Missione compiuta, eccomi col bottino!
Vi avevo lasciati col Festival di Cannes, anticipandovi che sarei stata al Festival del Cinema di Venezia.
Ebbene, rientro con il botto! Sì, con un bottino di incontri proprio niente male.
Vi racconto il mio festival, la mia bolla glamour, la mia parentesi distensiva.
Prima però faccio un accenno al momento epocale che stiamo vivendo. Non è una premessa doverosa, no, la voglio proprio fare. Potrei risparmiarmela e fare finta di niente, ma non posso fare finta che vada tutto bene. Quella che era un’idea dal sapore complottista, ora è realtà: attualmente la nostra nuova vita si basa su un obbligo selettivo di certificazione.
E ancora una volta mi domando: come siamo potuti arrivare a questo?
(E chissà poi perchè l’Italia fa sempre da apripista?)
Avevo già capito che le cose non sarebbero tornate più come prima (detestabile l’Andrà tutto bene dei primi mesi di pandemia dove comunque, tutto sommato, insieme all’incapacità di realizzare la portata della faccenda, c’era ancora un barlume di resistenza ideologica), ma arrivare a dover soccombere alla barbarie della discriminazione, persino nell’ambito lavorativo, no, non lo credevo possibile. Sbagliavo.
In questa sede, dicevo, parliamo, sì, di evasione, ma l’elefante è nella stanza.
Il mio bottino al Festival del Cinema di Venezia
Come sempre, non aspettatevi dati e informazioni generiche sul Festival di quest’anno appena concluso (dall’1 all’11 settembre). Leggerete, tra il serio e il faceto, la mia appassionata permanenza al lido di Venezia durante gli undici giorni della più antica Mostra del Cinema.
Se due anni fa mi lamentavo un po’ di essere stata troppo presa dal lavoro per escogitare e mettere in pratica strategie efficaci per placcare i miei attori, registi e critici preferiti, stavolta sono stata più astuta. Ho optato per un lavoro di poche ore al giorno, così da potermi dedicare e applicare maggiormente agli incontri ravvicinati più interessanti che, si sa, in condizione di relax sono favoriti.
A questo proposito suggerisco il Doge Beato Apartment come deliziosa soluzione di alloggio. L’appartamento è a Malamocco ed è perfetto per rigenerarsi dalle giornate intense al Festival e fare un bagno Ai Murazzi.
I proprietatri sono strepitosi e i 5 km, con la bicicletta gentilmente fornita, per raggiungere la zona del Festival, sono una goduria per gli occhi!
In realtà quest’anno, oltre che più riposata (non rilassata), sono stata anche più fortunata. Insomma, è il caso di dirlo: piatto ricco mi ci ficco!
Già dalle prime voci sulla probabile anteprima mondiale proprio a Venezia dell’attesissimo film Dune, poi confermata a maggio, avevo acceso i motori sull’obiettivo di essere assolutamente presente. Poi quando il 26 luglio sono usciti i titoli dei ben cinque film italiani in concorso (è record!) l’urgenza di esserci e la gioia sono state totali. Parliamo di almeno tre registi tra i miei preferiti: Sorrentino, Mainetti e D’Innocenzo.
Bene, parto subito dai placcaggi mancati. Via il dente via il dolore.
L’evento madre, l’apoteosi, era prevista per venerdì 3 settembre. E così è stato. Il terzo giorno del Festival si è confermato in assoluto il più scatenato, eccitato, il più adrenalinico.
Al lido come Hollywood nella giornata di Dune
Come due anni fa, nella stessa giornata, oltre all’intrigante Kristen Stewart nei panni di Lady Diana in Spencer di Pablo Larraín (che attendo al cinema, ma la data di uscita in Italia non c’è ancora), il cast stellare di Dune di Denis Villeneuve ha fatto tremare le darsene del Casinò e dell’Hotel Excelsior!
Bottino? Niente di fatto purtroppo.
L’adorato Timothèe Chalamet, il nuovo Paul Atreides, dark paiettato in Haider Ackermann, come sempre era da urlo! E le urla isteriche si sono sentite per tutta la giornata, ve l’assicuro, dalla mattina, per la conferenza stampa, alla sera, per la proiezione in Sala Grande.
Mai visto il festival così!
Ah no, ricordate come andò, sempre con Chalamet protagonista del film The King di David Michôd? Lì però non c’era il muro che separava il pubblico dal red carpet ed ero riuscita almeno a toccare un ciuffo di capelli al putto dei nostri sogni.
Qui niente, nada, tutto blindatissimo. Allora è lui che si affaccia. Pazzesco!
Luca! L’ho chiamato col suo nome
Però ho rimediato con il suo pigmalione, l’affascinante, l’unico uomo che vorrei essere, Luca Guadagnino!
Io e la comunità (sanamente) ossessionata di Chiamami col tuo nome dobbiamo così tanto al regista di questo film! Ma l’occasione di incontrarlo è stata così (stupidamente) poco preventivata, che non ho minimamente pensato di lasciargli una copia del mio umile libricino, Dovevo andare nella campagna cremasca. Assolutamente, di riflessioni sul film, appunto, e sui luoghi del film. Mannaggia a me!
Comunque siamo troppo belli, no?
Tornando a Dune, ovviamente l’ho visto appena uscito in sala, il 16 settembre.
(Ah, non lo sapete, io raramente vedo i film al Festival, preferisco gustarmi il più posibile l’atmosfera cinefila fuori dalle sale. Il clima poi di fine agosto/inizio settembre è perfetto, soprattutto quest’anno).
Inutile che mi sforzi di fare una degna recensione quando c’è già, ad esempio, quella puntuale di BadTaste.it.
Aggiungo solo che gli occhi di Oscar Isaac sono il mio nuovo pallino erotico.
Bottino italiano trasversale e audace
A proposito di BadeTaste.it, taac!, ho incrociato l’irresistibile Francesco Alò. Un incontro che mi ha particolarmente appagata, lui è troppo tenero!
Veniamo ai film italiani. Se l’epica ammaliante del kolossal americano shi-fi Dune si traduce in visione simbolica, ma iperazionale, la genesi e la fattura ambiziosamente artigianale del nostro Freaks Out è altrettanto potente.
Ma vi rendete conto? Girato nel 2018, pronto dal 2020, il secondo lungometraggio del geniale Gabriele Mainetti, che come Denis Villeneuve si è opposto allo streaming, ha finalmente visto la luce quest’anno a Venezia.
Vi avevo già parlato della mia trepidante attesa dopo la folgorazione nel 2015 per il miracolo superhero ruspante Lo chiamavano Jeeg Robot. Ecco, dai dai, l’industria cinematografica italiana ha bisogno di un altro film così coraggioso! Freaks Out pare sia ugualmente incantevole e bizzarro, ma più imponente.
Esce al cinema il 28 ottobre. Non vedo l’ora!
I selfie con Mainetti e Santamaria ce li ho già. Invece la foto con Fabio e Damiano D’Innocenzo (in copertina) è la mia più grande soddisfazione di quest’anno al Festival. Non sono carini? Li adoro.
Dal mio punto di vista rappresentano, insieme a Mainetti, una interessantissima sferzata di novità per il cinema italiano. Vi ho già parlato entusiasticamente di Favolacce e La terra dell’abbastanza qualche articolo fa e ovviamente non vedo l’ora di vedere anche il loro America Latina, in sala dal 25 novembre.
Non credo di aver mai nominato invece il grande Paolo Sorrentino. Beh, ho beccato all’ascensore l’immenso Toni Servillo, protagonista del suo E’ stata la mano di dio, come non immortalare il momento?
Sul film sento unanimente pareri molto positivi: il 15 dicembre, per la visione in sala, non è mai stato così lontano!
Conclusioni e titoli di coda
Chi altro c’è nel mio bottino? Continuo col Made in Italy e vi mostro fiera anche la foto con Giorgio Diritti del pluripremiato Volevo nascondermi dell’anno scorso.
Vi saluto col Presidente di giuria, l’amabile Bong Joon-ho, che, giustamente, andava un po’ di corsa.
Chiudo davvero questo più che gratificante bottino e allentamento delle tensioni sociali attuali tornando alla riflessione di partenza e al libro Dune del 1965 di Frank Herbert: è proprio vero che a volte la realtà supera la fantasia.
Certe opere vedono oltre (e parlano di capitalismo); sono una metafora distopica sul futuro dell’umanità e si rivelano oggi profetiche e attualissime:
La paura uccide la mente. La paura è la piccola morte che porta con sé l’annullamento totale. Guarderò in faccia la mia paura. Permetterò che mi calpesti e mi attraversi, e quando sarà passata non ci sarà più nulla, soltanto io ci sarò.
(Lady Jessica)
Resistiamo!
Un abbraccio
(D. B.)
Ma che bello che dev’essere andare al Festival di Venezia, bravissima! E sono felice che tu sia riuscita a incontrare tante di quelle celebrità che segui, ottenendo anche qualche scatto non male! Un peccato non aver potuto scattare una foto con l’attore principale di Dune, però! Ma ti invidio un sacco, sappilo!
L’hai visto Dune? Immagino di sì. Vengo a sbirciare sul tuo blog se hai scritto al riguardo!
Non ho visto Dune, ancora no! Volevo prima leggere il romanzo, onestamente, per capirci di più e meglio e per potermelo godere appieno!
Ti posso dire, ma l’avrai sicuramente già letto, che questa versione di Villeneuve, a differenza di quella di Linch (ma non è una critica a quest’ultimo, anzi), è scorrevole, cioé è facilmente comprensibile anche da chi non ha letto il libro.
Non vedo l’ora di vedere il film Dune, ma quest’anno i miei occhi erano puntati su Benedict Cumberbatch , beata te che l’hai visto dal vivo in tutto il suo splendore.
Cumberbatch veramente non l’ho visto, nemmeno su schermo. Bravissimo, ma non l’ho cercato, perché non è il mio tipo, sorry.
Corri a vedere Dune, subito!
Andare al film festival di Venezia che è una vera istituzione nel mondo deve essere qualcosa di unico. Io sono curioso di vedere Dune che tutti ne parlano un gran bene. Io adoro il cinema. – Paolo
È bellissimo poter incontrare dal vivo le persone che ammiriamo di più.
Come sempre penso che sia una grande esperienza, purtroppo mi sto allontanando molto dal mondo dell’intrattenimento estero ed italiano per le grandi delusioni ricevute… ma la tua rassegna resta comunque emozionante!
Bellissima esperienza in un contesto unico! E hai ragione… anche io credo che nulla tornerà come prima. Ma faremo del nostro meglio con ciò che ci viene concesso (o riusciremo a guadagnarci)!
mi sarebbe piaciuto poterci essere, deve essere stata un’esperienza unica
Se fossi stata li i miei occhi sarebbe stati puntati solo su Benedict Cumberbatch (ma come ignorare anche Robert Downey jr ?) Deve essere stato stupendo essere li e vederli tutti.
Wow, direi un bottino di tutto rispetto! Devo assolutamente concedermi Dune, ne scrivete in tanti ed io sono stufa di leggere e vorrei tanto regalarmi un ritorno in sala., Ma ammetto che sono ancora restia a frequentare luoghi al chiuso. Ed ammetto che la tua riflessione e la citazione in tema paura sono state da me molto apprezzate!
Tesoro, Ffp2, spettacolo del pomeriggio e vai tranquilla ❤️
Devo ammettere che ti sto invidiando tantissimo in questo momento, perché deve essere davvero bellissimo il festival
Vorrei proprio poter partecipare a questo evento qualche volta
Molto bello l’articolo deve essere stata una bellissima esperienza essere li, sul fatto che nulla tornerà come prima sono d’accordo con te.
Devo assolutamente tornare al cinema per vedere Dune, ho veramente tantissime aspettative per questo film, che spero non vengano deluse.
Ti invidio tantissimo sai? Però che bello ritornare alla quasi normalità e direi che hai colto un bottino con i fiocchi!
Ciao deve essere stato emozionante andare al festival e incrociare artisti che fanno grande l’Italia
Mi sarebbe piaciuto molto essere lì cavoli chissà se c’era anche il mio attore preferito dell’ultimo periodo Tom Hiddleston …insomma come te lo chiedo c’era Loki?
Niente Loki, mi spiace, l’avrei visto bello e alto com’è!
Dico sempre “l’anno prossimo ci vado” e poi non lo faccio mai, complimenti per l’articolo e soprattutto per essere andata!