Ciao Ciao, questa è l’ora della fine.
La Rappresentante di Lista è nella mia lista delle band da tenere sottocchio dall’anno scorso.
Quando guardavo il Festival di Sanremo (escluse le recenti annate, diciamo così, di cattivo gusto) mi divertivo a stilare i miei brani preferito in gara (oltre agli outfit, ovviamente). Due edizioni fa il brano Amare mi era piaciuto tantissimo fin dal primo ascolto.
Non sapevo nulla dell’attività artistica del duo Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina, quindi si trattava di una bellissima scoperta. Non sapevo nemmeno che un loro pezzo, Questo corpo, è nella colonna sonora della serie tv The New Pope di Paolo Sorrentino (per l’esattezza, nel quarto episodio).
Quest’anno, pur non avendo seguito il Festival, il brano Ciao Ciao si è imposto comunque con forza alla mia attenzione. Ovvio, direte voi, è talmente orecchiabile e radiofonico che è impossibile non sentirlo dappertutto.
Infatti. Ma oltre al ritmo certamente trascinante c’è dell’altro, c’è un messaggio che spacca. Lo sentite anche voi?
Ciao Ciao è la danza della fine del mondo
Anche stavolta già dal primo ascolto ho captato qualcosa di dirompente. Qualcosa di completamente assente, devo dire, negli altri brani che pian piano nelle settimane a venire ho avuto modo sentire in giro. Il testo della canzone è pazzesco, quel ‘Ciao Ciao’ per me è stato un richiamo, un contenuto chiarissimo, finalmente, in mezzo al silenzio distratto della musica attuale.
Insomma, musica per le mie orecchie! Un grido forte e chiaro su quello che sta succedendo.
Il sound funk-pop dai ritmi tribali di Ciao Ciao è una danza forsennata, che prende tutto il corpo, dai piedi alle mani al sedere, una ballata sull’ora della fine.
Ma la fine di cosa? La curiosità circa le intenzioni del brano mi hanno portata velocemente a cercare e trovare conferma alla mia percezione. Sissignori, il brano parla della fine del mondo. Anzi, dal mio punto di vista, canta proprio la fine del mondo e il momento è ora: siamo all’apocalisse.
Bravi bravi davvero questi ragazzi de La Rappresentante di Lista che, oltre all’esplosione di intenti, suono e movimento, dichiarano di portare resistenza e lotta. E io aggiungo: l’appello, s’intende, è chiaro a chi lo ritiene necessario.
Ciao Ciao Moschino
A quanto pare anche i look pensati per il Festival hanno spaccato!
Per Veronica Lucchesi gli abiti di scena devono comunicare ed essere in linea diretta con la musica, un prolungamento visivo della canzone:
‘Per Amare la drammaturgia è passata attraverso il colore degli abiti, nelle esibizioni siamo partiti da colori molto forti per giungere al bianco. Quest’anno, con gli abiti, cerchiamo invece di raccontare alcune parti della canzone, come fossero un prolungamento delle parole. Gli abiti aiutano ad immaginare la situazione e il contesto che raccontiamo’.
L’anno scorso lei e Dario vestivano Valentino, quest’anno invece hanno attinto dall’archivio Moschino, dando forma a un progetto creativo interessantissimo.
Riconosciamo subito la collezione
ell’originale outfit bruciacchiato.Per lei uno strepitoso abito
pizzi e satin e per lui un frac coordinato. Entrambi con dettagli ad effetto bruciato su gonna, giacca, gilet e pantaloni, dati da unaPiù recente invece, è della collezione AI 2020-21, sempre dell’irriverente
, il look abbinato, romantico e fiabesco, in pieno stile queer.Per lei un abito con maniche a sbuffo e gonna panier in popeline di cotone bianco con fiori ricamati a mano e impreziositi da cristalli e per lui un frac in broccato rosa.
Una giostra perfetta, un’apocalisse a colori
ini abito a maniche lunghe in pelle argento, con cintura in vita e zip sul davanti. Per lui una giacca chiodo e shorts in pelle nera.
frac nero con code di rondine lunghe due metri.
Questi look camaleontici, attraverso un crescendo ironico, drammatico e couture, sono al servizio dello spirito creativo e dissacrante della band. La vertigine musicale ed estetica di Ciao Ciao rappresenta puntualmente la vertigine sociale attuale.
Il corpo è l’ultimo baluardo di potere, è l’ultimo limite
Il clima del brano, tra il serio e il faceto, e la dimensione di critica forte alla crisi generale in atto con la quale bisogna fare alla svelta i conti, ha al centro di tutto il corpo, il nostro corpo (e io aggiungo: il corpo è nostro, non della collettività).
E proprio il corpo, visto come forma di espressione e di cambiamento, è protagonista e al centro dell’ultima collezione Moschino AI 2022-23 presentata ieri alla Milano Fashion Week (dal 22 al 28 febbraio).
Cavoli, che invidia! Avrei proprio voluto esserci anch’io allo show dall’atmosfera squisitamente kubrickiana. Posso sentirmi (davvero, con tutto il corpo) dentro la casa dell’ultima scena del capolavoro 2001: Odissea nello Spazio solo dalle immagini della sfilata.
Gli oggetti quotidiani e riconoscibili (orologi, lampade, vassoi) di una grande dimora elegante diventano elementi decorativi, iconici ed esilaranti adattati al corpo delle modelle.
La messa in scena spettacolare capace di attraversare i generi, sembra chiamarci ad un salto evolutivo.
Il corpo (femminile, anche declinato al maschile) sfonda ogni categoria di genere, ma soprattutto è il nostro strumento principale per avvertire la vicinanza della fine e per reagire ad essa.
Dario de La Rappresentante di Lista ci ricorda che è col corpo che possiamo far sentire il nostro dissenso:
‘In un momento come questo, in cui siamo a distanza, quando diciamo con le mani, con il culo, con il cuore è un modo di tenere tutti gli elementi ben saldi, insieme. Altrimenti il rischio è quello di un corpo dilaniato, fatto a pezzi, che non riusciamo più a gestire, che non ci aiuta a interagire con il mondo e a lottare’.
Ciao Ciao combattenti!
(D. B.)
Quest’anno con gran orgoglio non ho seguito il “Festival di Sanremo” anche perché ormai da 2 anni non guardo più la TV mainstream. Fiera di ciò, non posso negare di essere riuscita a sentire questa canzone e a prescindere che lo volessi o meno ormai mi si è tatuata nella memoria xD Detto ciò tocchi davvero uno dei miei tasti dolenti, ma in senso positivo, perché sono follemente innamorata dell’estro e dell’unicità di Moschino. Ogni anno aspetto la sua collezione con impazienza…
Il festival si odia o si ama, ma è sempre il festival, come ogni anno lo abbiamo seguito mentre giocavamo a Pokémon e nutrivamo anche noi molta simpatia per il brano di questa band anticonformista e di talento, ho riconosciuto subito gli outfit da fan di Moschino, ho seguito le uscite sulle passerelle, quanta invidia e stima nel vedere uno stilista così poliedrico portato sul palco dell’Ariston è stato favoloso, concordo con te immagino che il messaggio sia un richiamo ad evolverci e sarebbe anche ora visto quello che sta accadendo, grazie per averne parlato, i tuoi articoli sono sempre scritti bene.
Ogni volta che ricevo la notifica della newsletter, corro sul tuo blog. Questa volta devo dire che ho apprezzato molto di più il lato della moda con la sua esplosiva originalità che la parte musicale. Ciao Ciao é un genere che non é nelle mie corde. Ma é vero che io ascolto prevalentemente blues e jazz vintage (anni 40/50)
Ah beh, ottimi gusti!
Grazie ❤️
Ammetto di essere una delle poche persone che non guarda San Remo (seguo anche poco la tv generalista nell’insieme). Ma tornando in argomento Moschino é un marchio che stupisce sempre e che mi é sempre piaciuto molto.
Non seguo san remo credo dal 1988 circa, ma Moschino nel suo campo è un nome ben solido che, negli anni passati, ha fatto cose piacevoli.
Sono look molto provocatori. Senza dubbio Moschino è stato perfetto per il ruolo che ha avuto sugli outfits. La rappresentante di lista ha fatto parlare di sé per il pezzo di quest anno, è molto orecchiabile.
Bellissimo articolo! è finito subito nella possibile sitografia per la mia tesi di geografia di comunicazione che tratta anche del movimento dei corpi e di libertà. Moschino è uno dei miei brand preferiti e tu hai saputo rendere perfettamente il messaggio dei rappresentanti di lista e Moschino. Sei un portento, sempre!
Grazie Elena!
Ho seguito il Festival e questo brano così orecchiabile ha attirato la mia attenzione, mi è piaciuto leggere dei vari outfits firmati Moschino, spettacolari!
Adoro ogni outfit che Moschino ha scelto per loro, perchè come loro il brand ama osare ed essere accattivante
Non seguo il festival da un paio di anni, ma quest’anno per curiosità ho visto tutti i look che hanno sfoggiato in quelle serate e secondo me Moschino ha centrato perfettamente.
Ormai sono anni che non seguo più Sanremo Anche se devo dire che Moschino mi piace molto e abbinato alla canzone del momento è davvero il top
Io Sanremo l’ho sempre visto poco ma le canzoni le ho spesso sentite alla radio, questa in particolare mi è entrata in testa, Moschino è un marchio che mi piace e devo dire che ha scelto ottimi outfits per loro.
Moschino é un marchio che ho sempre amato, le sue collezioni stupiscono sempre e hanno sempre quel qualcosa in più che amo. Ma San Remo non l’ho ma guardato.
“CIAO CIAO” mi è entrata fin da subito nella testa grazie alla musica orecchiabile, tant’è che dopo sole 2 volte di ascolto, ne canticchiavo il ritornello. In seguito ho letto con attenzione il testo e mi sono resa conto che c’è un significato ben + profondo… Oserei dire quasi premonitrice visto ciò che sta accadendo.
san remo non lo vedo più da anni, anche quest’anno ringrazio Fiorello per la squallida performance, non mi pento di non aver visto nemmeno mezzo secondo di festival – come ogni format televisivo è palesemente programmato, ricordo il Buon Rino Gaetano… La canzone in questione è fatta bene, ti entra in testa, a me piace la sento spesso su spotify
Adoro il brand di Moschino, per me uno dei migliori in assoluto…molto creativo
La canzone mi è piaciuta immediatamente perché una canzone che ti entra nella testa già dal primo ascolto, il brand di Moschino è assolutamente fantastico fantastico.
Ciao anni fa vestivano molto classico, adesso il look si concentra sulla loro personalità estrosa e irriverente, mi piace di più