Venice Fashion Week 2023: dieci anni di settimana della moda a Venezia.
Lo sapete, no, Venice Fashion Week, in collaborazione con Venezia Da Vivere, è l’evento semestrale più fashion in laguna.
Ve ne avevo già parlato qualche articolo fa, ma veniamo alla prima edizione di quest’anno: la Venice Fashion Week 2023 Primavera.
Denominata anche Research Edition, questa versione è stata speciale perché ha festeggiato il decimo anno di presentazioni sartoriali e incontri con stilisti e creativi.
Dal 30 marzo al 2 aprile il focus è stato più che mai dedicato alla ricerca e all’incontro tra moda e arte.
Tra palazzi, dimore storiche e spazi pubblici, sono stati tantissimi i designer, gli artigiani e i brand, veneziani e non, coinvolti.
Lo dice anche Vogue: la Venice Fashion Week 2023 si è dimostrata ancora una volta esempio globale di dialogo tra innovazione e ricerca. Fashion e sostenibilità vanno a braccetto, cioè le visioni e le gestualità della moda avanzano insieme ai saperi e ai tesori locali da scoprire e valorizzare.
La mia Venice Fashion Week 2023
Un giro per botteghe aderenti all’iniziativa Atelier aperti è d’obbligo. La manifestazione ha puntato a valorizzare l’artigianato veneziano dando al pubblico l’opportunità di scoprire le risorse e le maestranze all’opera mentre danno vita a prodotti che il mondo ci invidia.
Poi, accrediti alla mano, ho partecipato a qualche presentazione di collezione e vi racconto le emozioni.
Nella cornice d’incanto che è l’orto botanico dello storico Palazzo Rizzo Patarol (ora NH Collection Venezia Grand Hotel Dogi) ho avuto modo di vedere le splendide creazioni sartoriali del brand Made in Italy Gaiofatto.
La designer Michela Gaiofatto riesce a connettere efficacemente l’estetica sartoriale al benessere e all’unicità di ogni singolo capo. I valori del suo marchio si traducono in un meticoloso processo che parte dalla progettazione e si concentra sull’armonia dei minimi tagli per un’estetica fresca ed essenziale.
La femminilità è esaltata da linee rigorose e materiali preziosi. Stile e raffinatezza si coniugano all’innovazione creativa, geometrica e sperimentale, che garantisce durevolezza nel tempo.
Innovazione e artigianalità
Accanto al minimalismo degli abiti monocolore Gaiofatto, ho altrettanto apprezzato la valorizzazione multicolor dell’abile maestria degli artigiani veneziani da parte del brand BVL Venezia.
Qui la stilista Giulia Bevilacqua utilizza i rinomati tessuti di famiglia (la Tessitura Luigi Bevilacqua che tesse pregiati velluti di seta a Venezia fin dal 1499) per creare borse, cappelli, pantofole e capi di abbigliamento unici.
L’intuizione è una fusione di antiche tradizioni veneziane e tessuti pregiati creati per l’arredo di dimore storiche, in chiave giovanile, sbarazzina e dai riflessi preziosi.
Con l’aggiunta di pellami di alta qualità, ricamati con pietre preziose o vetro di Murano, BVL Venezia porta avanti la tradizione tessile del velluto setoso. Questa soluzione è l’ideale per unire tradizione e innovazione, artigianato e design contemporaneo.
Riciclo creativo di abiti e accessori
Un altro protagonista di questa Venice Fashion Week 2023 è l’atelier veneziano Ramosalso. Ho apprezzato l’entusiasmo contagioso con il quale Demis Marin sostiene il riutilizzo degli abiti per crearne altri di valore maggiore.
Il suo lavoro è basato sul valore della sostenibilità, sull’ideare nuovi capi trovando diversi utilizzi. Nulla dev’essere sprecato, in buona sostanza:
‘La collezione Ramosalso è già dentro il tuo armadio‘.
Siamo nell’universo dell’upcycling, che si concretizza nel processo nel quale i capi inutilizzati prendono nuova vita – modificati o trasformati completamente, su misura – in qualcosa di portabile.
Questo principio è stato ben argomentato da Marin al Convegno Sarti e stilisti che si è svolto nella strepitosa location d’eccellenza che è Palazzo Sagredo.
Venice Fashion Week 2023: il nuovo lusso artigianale
Gran finale, tra i vari appuntamenti ai quali ho partecipato, è stato quello con gli strepitosi abiti haute couture che diventano animali marini dell’atelier Antonia Sautter.
L’artista e designer veneziana (nonché ideatrice del Ballo del Doge, uno degli eventi più esclusivi al mondo) ha stupito tutti con le sue scenografiche creazioni. Come stupendi abitanti dell’oceano, ha presentato capi realizzati con tessuti in fibra naturale, tinti con pigmenti vegetali o minerali e stampati a mano.
Il suo inconfondibile stile è frutto della ricerca di una bellezza indossata e vissuta, tra tradizione e contemporaneità. L’ispirazione parte dalla ricerca e dallo studio delle arti decorative nelle varie epoche e culture, fortemente influenzata dalla storia di Venezia e dei suoi legami con l’Oriente.
Anche qui velluto e seta sono i tessuti prediletti. Molto interessante è stato il workshop sulle antiche tecniche di tintura e di stampa a mano dei tessuti, reinterpretate in chiave moderna.
I mood delle collezioni, dei kimono, degli accessori per l’abbigliamento e la decorazione della casa, nascono, dopo il disegno del tema decorativo, proprio a partire dalla matrice in legno intagliata a mano.
Ero proprio curiosa di vedere da vicino il lavoro di Antonia Sautter, anche perché, tra gli altri, ha collaborato ai costumi dell’ipnotico e misterioso film Eyes Wide Shut del 1999.
Sue alcune maschere della controversa scena dell’orgia, nonché quella indossata dal protagonista Tom Cruise.
Chiudo la sognante esperienza della Venice Fashion Week 2023 sull’onda proprio di quest’ultima onirica opera del leggendario Stanley Kubrick e del suo eventuale significato:
‘Un sogno non è mai soltanto un sogno’.
A questo punto, se non vi va di uscire dalla dimensione edulcorata del mondo, fermatevi qui con la lettura.
Finale facoltativo: libere divagazioni
Conosciamo il potere persuasivo del fashion system, dell’industria cinematografica e dei mezzi di comunicazione di massa, no?
Un film come Eyes Wide Shut, allora, i temi trattati, perfino le location, e la concomitante morte del regista non possono lasciare indifferenti.
In questo caso il pensiero non va tanto al già affrontato cinema predittivo, quanto, al contrario, a una possibile trasgressione che costa la vita perché rivela molti (troppi) segreti.
Diversamente dal sospetto ammiccamento di Bones and All alle élites che governano il mondo, qui si tratterebbe della ricostruzione dei rituali occulti di queste ultime, quindi della loro pubblica ed esplicita messa in scena.
Forse guardo troppi film e forse li prendo troppo sul serio. Ma una certa Nicole Kidman, non io, circa la possibile connessione tra la scomparsa di Kubrick e la sua denuncia delle società segrete e dei loro misfatti, risponde così:
‘È una domanda a cui non posso rispondere. O meglio, potrei, ma nessuno di voi che lavorate nei media la pubblicherebbe, vero? Gli uomini che possiedono le vostro aziende non lo permetterebbero‘.
Che dire? Non possiamo essere sicuri di conoscere la verità, tanto quanto non possiamo essere sicuri di conoscere noi stessi meglio di quanto ci conosca la scienza avanzata.
Per quel che ne sappiamo, è probabile che esistano tecnologie superiori e inimmaginabili dai più. E, per quel che ne sappiamo, è altamente probabile che qualcuno ne goda in maniera non per forza benefica.
Non è escluso che il divario tra le conoscenze dell’uomo comune e quelle possedute e utilizzate da pochi sia sempre più grande e che sia sempre più importante nasconderlo. Insomma, il pubblico deve essere controllato (manipolato ed eventualmente eliminato), ma non deve assolutamente comprendere i metodi usati per il suo controllo.
Un abbraccio agli audaci
(D. B.)
Bellissima panoramica dell’evento, è quasi come essere stata lì anche io! Mi è piaciuto molto sopratutto il concetto di recliclo creativo. Bravi!
Il lusso artigianale, un’ottima idea per essere originali e presentare capi unici nel loro genere, utilizzando tessuti e oggettistica di alta qualità.
Esatto Sara, proprio così!
Durante questi eventi si scoprono sempre tantissime novità e stile
Non ho mai partecipato alle sfilate di una fashion week ma deve essere un’esperienza davvero meravigliosa!
Una sfilata internazionale e molto varia dai colori sgargianti e allegri, bello esserci stata e raccontarla
Credo sia un’esperienza unica partecipare ad eventi di questo tipo! Non ho mai avuto il piacere di assistere ad una sfilata di una fashion week ma grazie a te e alle tue descrizioni dettagliate è come esserci stata!
Ciao Roberta, bene, mi fa piacere
E adesso voglio tutto quello che hai fotografato davvero tutto molto bello, creativo e di qualità che devi avere per forza, che vuoi indossare per sentirti un po’ unica.
Sicuramente un evento pieno di glamour e fascino, si percepisce da come lo racconti.
Wow mi piacerebbe tanto partecipare.. immagino che esperienza unica sia!
Immagino che sia stata una vera emozione! Mi sarebbe piaciuto vedere dal vivo gli abiti haute couture !
Bellissima panoramica dell’evento che mi ha quasi fatto essere lì con te. La cosa che ha attirato di più la mia attenzione è la stilista Giulia Bevilacqua con i rinomati tessuti di famiglia con cui ha creato meravigliose borse, cappelli, pantofole e capi di abbigliamento unici.
Hai gusto Lucy!
Il tuo blog mi piace tantissimo tesoro! E’ stato bello leggere questo articolo .. ho percepito le tue emozioni 🙂
Grazie, mi fa piacere!
Dev’essere stata davvero una bellissima esperienza,
Ciao ho riletto con piacere alcuni momenti del tuo racconto, bella la storia della moda