Pellestrina è bellissima. Prima cosa.
Il tempismo non è il mio forte. Seconda cosa.
Nemmeno la brevità. Nè nei tempi, appunto, nè nei testi.
E forse la responsabilità è proprio di questi ultimi. Devo migliorare.
Comunque, come si suol dire, meglio tardi che mai! Ed eccomi a decantare, un po’ fuori tempo massimo circa la stagione migliore, la bellezza, percorsa due mesi fa, di Pellestrina, un’adorabile e sottile striscia di terra nella laguna veneta.
Poco male, il suggerimento vale sempre. Anzi, approfittate per organizzarvi per bene e con anticipo per una capatina la prossima estate – dalla primavera all’autunno, ecco – all’isola di Pellestrina!
Dal Festival a Pellestrina per un giorno
Era da un po’ che pensavo a uno spin-off dell’ultimo articolo, ma, inutile ripetermi, il tempo, non solo non è mai abbastanza, ma è anche tiranno.
Sarà poi che mi ci è voluto un po’ per digerire l’abbuffata del Festival del Cinema di Venezia e tornare nei ranghi della vita in terraferma. Sarà che, proprio durante la settimana al Lido, il pomeriggio che ho trascorso a Pellestrina mi ha talmente estraniata dalla kermesse, che non l’ho nemmeno inserito nell’articolo.
Tant’è, ora sono pronta a condividere anche quest’altro fantastico momento, che considero a sé stante, fuori tempo e fuori luogo. Sì, il giro in bici da sola a Pellestrina è stato una vera e propria esperienza parallela rispetto alla dimensione, altrettanto meravigliosa, della Mostra del Cinema.
(Qualcosa di simile è Lio Piccolo, ricordate?)
Insomma, tanta roba. Tanta tanta roba, tutta altamente appagante. Venezia, Lido e le altre isole, come Pellestrina, sono un concentrato di sorprese e sensazioni uniche, immersive e indimenticabili!
E’ dagli studi d’arte alla scuola superiore che Pellestrina si è insediata fortemente nel mio immaginario come luogo magico d’ispirazione.
Negli anni ne ho sentito parlare entusiasticamente come ambiente ideale per giri in bici o come tappa di escursioni in barca.
Più di ogni altra cosa, però, per me, Pellestrina è legata a Guglielmo Ciardi. Cioè alla pittura di uno dei più interessanti vedutisti della fine dell’800.
Eppure per molto, troppo tempo, è rimasta lì, come destinazione chimera. Fino a quest’anno.
L’avete capito ormai che quando qualcosa mi piace davvero la tiro in ballo spesso, no?
Ho già parlato di Guglielmo Ciardi tre anni fa. In quell’occasione si trattava nello specifico di una mostra monografica che poneva l’accento sul lavoro del pittore veneziano in terraferma, soprattutto nella campagna veneta, anche trevigiana.
Pellestrina tra i luoghi del Ciardi
Ora invece mi riferisco al grande poeta della natura lagunare, oltre che del suo entroterra (qui il catalogo generale a cura del mio Prof. di Storia dell’Arte Nico Stringa).
Il valore artistico di Ciardi, pioniere del realismo veneto, è rintracciabile infatti nei suoi vibranti paesaggi quanto nelle quiete marine.
Non mi pare siano molti i suoi quadri intitolati propriamente Pellestrina, ma certe soluzioni panoramiche e al contempo intime si possono ritrovare ancora oggi in quest’isola sospesa nel tempo.
Le distese del bacino veneziano sono per il Ciardi un soggetto privilegiato. Il Canale della Giudecca, ad esempio, uno tra i più cari al nostro, ben si presta alla poetica del moderno senso atmosferico che accentua la dilatazione dello spazio.
(E ora mi rendo conto che, in un certo senso, è quello che cercavo di dire anch’io qualche articolo fa, riguardo il punto di vista molto particolare che si ha dalle fondamenta proprio della Giudecca)
Ma, più in là, oltre alle vedute tra i canali del centro città, ci sono opere del Ciardi che ritraggono le barene, la laguna di Chioggia o le isole come Mazzorbo o, appunto, Pellestrina.
Se, per quanto riguarda i paesaggi del territorio intorno al fiume Sile (a dire la verità, lagunari anche questi a pieno titolo, poichè acqua e terra si intersecano ugualmente), Guglielmo Ciardi è definito (dal critico Nino Barbantini) ‘il pittore ottimista della campagna trevigiana’, rispetto alle marine è invece ‘il pittore del silenzio arioso e del mare immobile, sereno’.
Quel giorno dei primi di settembre a Pellestrina ho sperimentato esattamente le stesse avvolgenti sensazioni che provocano l’osservazione delle tele del Maestro. Sì, ho visto il mare immobile e scene incantevoli e rasserenanti di pesca. Ho sentito l’aria di solitudine e il silenzio che trattiene il rumore dell’acqua.
Ragazzi, stupendo!
Dopo Lido c’è Pellestrina
L’isola di Pellestrina è il prolungamento dell’isola Lido verso sud. Ha caratteristiche simili, è stretta e lunga come Lido (11 km circa), ma ha un prepotente carattere marinaro che, come dicevo, è rimasto inalterato nel tempo.
Che partiate da Lido, come ho fatto io, o da Chioggia, arriverete a Pellestrina con il ferry-boat, a piedi, in bici, in bus o in auto.
Non potete perdervi e non occorrono grandi indicazioni, basta seguire la strada, fra mare Adriatico e laguna.
Da una parte costeggerete i Murazzi (i poderosi muri d’argine in pietra d’Istria che proteggono l’isola dalle mareggiate) e le spiagge spettacolari dal punto di vista naturalistico.
Dall’altra vi godrete le case basse e colorate, gli orti e, ovviamente i pescherecci ancorati alla riva e i casoni dei pescatori affacciati sulla laguna.
Formidabili dimensioni dilatate del tempo e dello spazio
Pellestrina conserva intatte la sua storia e le sue tradizioni, che si affermano prepotentemente veraci e popolari. Ma, allo stesso tempo, ha scorci estremamente suadenti, come le atmosfere fedelmente restituite nei quadri di 150 anni fa del Ciardi.
Io adoro Guglielmo Ciardi, i suoi prediletti formati orizzontali, i suoi equilibri tonali, i suoi colori sobri e le sue finezze cromatiche.
Lo adoro perchè è fresco e agile nel riprodurre ogni brivido, ogni riflesso aereo e acqueo. Adoro le sue risacche delle onde lievi e i suoi bragozzi illuminati dal sole, fermi e sospesi. Adoro che non ci sia mai il vento nei suoi dipinti. Amo gustare la calma e la placidità che è il tempo della vita della laguna.
Ma quello che più adoro è il silenzio, la pazienza e la libertà che riesce ad esprimere attraverso le figure umane rappresentate.
Nei paesaggi del Ciardi, pur nella grandezza della natura, l’uomo riceve dignità da quello che sta facendo, dagli atteggiamenti essenziali in una dimensione a sua misura. L’attività, il lavoro che svolge (per la maggior parte della giornata, all’aperto), tutto assume senso e funzione nel complesso organismo della laguna.
Così l’uomo pittore, che immagino in solitaria en plein air, in rapporto più diretto con la natura e quindi con la vita libera dalle manipolazioni di massa.
Così noi, visitatori oggi in condizioni disastrose e in cerca di accessi all’essenza della vita.
L’arte e certi luoghi sanno cogliere l’anima profonda
Questi luoghi, dove ancora prevale il ritmo del ‘tempo organico’ sul ‘tempo della città e del progresso’, sono rare possibilità e occasioni per riportarci a una vera intesa con noi stessi. In questi luoghi la solitudine non è noia ma alleata nella ricerca di sé e dell’armonia con la realtà.
Mi piace pensare che gli abitanti di Pellestrina siano ancora persone libere e felici come i pescatori e i barcaioli del Ciardi.
So che non è proprio così, ma da qui forse è possibile fare un percorso di ritorno all’essenzialità originaria. Anzi, non un ritorno, ma un’emancipazione dalla schiavitù nei confronti del pensiero dominante che oggi detiene strumenti potentissimi di condizionamento delle nostre menti.
La potenza dell’energia cosmica, che sperimentiamo attraverso il contatto diretto con la natura o attraverso gli spiragli di bellezza ideale offerti dai quadri del Ciardi, ci ricorda che anche noi possediamo energia infinita per salvaguardarci e sottrarci con coraggio, che non è presunzione, al tentativo di dominio, soprattutto recente, dei nostri movimenti e perfino dei nostri corpi.
In riferimento all’importante apporto dell’esperienza macchiaiola (altra corrente nelle mie corde), durante un breve soggiorno a Firenze nel 1868, il Ciardi dichiarò:
‘Essi mi insegnarono non la pratica meccanica dell’arte mia, ma il diritto ad essere indipendente, ad essere sincero, ad essere io’.
(D. B.)
Quando si tratta di Venezia, lagune e mare impazzisco. Davvero molto bello. Già dalle foto ti da un’idea di relax, calma e libertà mentale ed emotiva.
Sono stata a Venezia Peccato non aver potuto visitare anche questo piccolo lembo di terra! Dalle foto sembra un luogo davvero pieno di bellezza che il maestro ha voluto proprio esaltare nei suoi quadri per renderlo indimenticabile
Ciao Lucia, a Venezia si torna sempre. Impossibile resistere!
Ho trovato molto affascinante questo tuo articolo, mi è piaciuto sia come lo hai scritto, sia per cosa vi hai proposto all’interno. Mi hai davvero incuriosita e mi hai fatto scoprire, oltre che a un posto nuovo, anche un artista vedutista che non ricordavo!
Ciao Chiara, bene, grazie
Bellissima descrizione, il giro in bici da sola in questa suggestivi luoghi, permette il contatto diretto con te stessa, con la natura e ti permette di staccare totalmente dai ritmi frenetici della città. Sicuramente il viaggio ideale.
Eccomi, appena rientrata da un weekend a Venezia in cui abbiamo cercato di visitare le mete meno battute, e non abbiamo neanche preso in considerazione Pellestrina! Ho già preso appunti!!
Ciao Nicoletta, avrai sicuramente scovato altre deliziose zone poco battute. Perfetto, Pellestrina la prossima volta!
Complimenti bello questo articolo e la descrizione del posto, devo dire la verità non avevo mai sentito parlare di questo posto ma anche dalle foto che hai messo sembra davvero carino.
Sono stata a Venezia ma non ho visitato questo luogo così bello che in realtà non conoscevo prima d’ora. Certo che per aver ispirato un pittore, c’è davvero qualcosa di magnifico da vedere. Grazie per il suggerimento, potrebbe essere la location per le mie prossime vacanze
Non è mai troppo tardi è vero, c’è sempre tempo per migliorarsi e bisogna sempre farlo in qualunque circostanza, siamo stati a Venezia e abbiamo visitato i luoghi da te citati, siamo rimasti piacevolmente affascinati da tutto il contesto, immerso in un lembo di terra in cui convogliano arte, natura e cultura ci siamo ripromessi di tornare, mi è piaciuto il modo in cui ne hai parlato, in maniera molto personale e professionale allo stesso tempo.
Grazie dolce Katrin
Inizio con il farti i complimenti sull’articolo molto lungo si, ma nteressante!
Purtroppo confesso che non conoscevo questo luogo né tanto meno il Ciardi che ha preso ispirazione per le sue opere da questi scenari veneti incantevoli.
Grazie per avermi fatto arricchire di nuovo sapere.
E’ stato un piacere leggere questo bellissimo articolo… sono rimasta sorpresa ed affascinata!
Ciao non conoscevo questa località eppure sono stata a Venezia diverse volte, c’è ancora tanto da scoprire, grazie
Complimenti!!! Anche alla laguna delle valli e saline di comacchio, una roba simile da fare
Belissimi posti
Un bellissimo articolo per un’isola della Laguna Veneta davvero incredibile, da visitare!