Avevo lasciato in sospeso, qualche articolo fa, la questione influencer/follower nella moda.
La riprendo oggi, entrando nel vivo delle cosiddette fashion blogger: ragazze dall’aspetto più o meno comune seguite e imitate dalle giovanissime, ma non solo.
In Italia sono le tre Chiara: Ferragni, Biasi e Nasti (a quanto pare, la prima è anche la più seguita del pianeta), Veronica Ferraro e Irene Colzi.
Queste reginette del web nei loro blog e Instagram riescono ad imporre tendenze attraverso gli outifit, fanno parlare di sé con i loro look street style. Sono le nuove icone di stile, le nuove influencer in fatto di fashion.
I loro scatti sul pianerottolo di casa o in giro per la città diventano veri e propri diktat, immagini e pose precise che più che amabili suggestioni, diventano condizioni sine-qua-non per essere alla moda. Sono copiate ed emulate oramai più delle modelle e delle attrici.
Nuovi modelli estetici
Dunque a loro volta, l’immagine pubblica che le ragazze, le followers, vogliono dare sui loro social, non deriva più dalla moda o dal cinema (o eventualmente dalla musica), cioè dal gusto di stilisti o registi, ma da questi nuovi modelli estetici dominanti più a portata di mano, perchè a portata di click.
Tutto bene, salvo che questi ultimi a volte infliggono veri e propri colpi bassi: scarpe assurde o abbinamenti discutibili, che in breve tempo vengono fatti propri senza battere ciglio.
Allora ecco che il gusto personale delle adepte scompare e si avanza verso l’omologazione totalizzante.
Ecco tutte indistintamente con scarpe piumate o carroarmate.
Ma soprattutto, ecco che torno alla mia personale psicosi, il disgusto per la psicosi collettiva della bocca a culo di gallina (o nella variante della faccia d’anantra). Da dove arriva? Non c’entra niente, aihmè, con il broncetto cinematografico di Zoolander. No, perchè l’espressione di Ben Stiller, per quanto scema, ha ancora un barlume di vita e personalità.
Mentre in quella dilagante, che non risparmia nessuno, dalla blogger, alla valletta, alla commessa, non c’è intensità, ma assoluta immobilità. L’obiettivo, lo sforzo, è quello di controllare la maggior parte dei muscoli facciali, a favore di labbra gonfie e inturgidite. Pena l’annullamento completo dell’espressione.
Dobbiamo prendere atto che le muse estetico-culturali di riferimento sono cambiate. Peccato. Così mi pare si rischi maggiormente di perdere il buon gusto, ma anche il buon senso (‘Perchè tutti con quella faccia, perchè??’). A mio parere ultimamente c’è meno spontaneità, si tende all’appiattimento, alla paralisi, alla copia anonima.
La grande Franca Sozzani, riprendendo Friedrich Schiller, diceva: ‘La posterità non intreccia ghirlande per gli imitatori’.
Ultima volta che parlo di pose e facce fastidiose, promesso.
Kiss – a labbra morbide (D. B.)
Ciao, non sono una grande esperta di moda (infatti seguo il tuo blog per saperne qulcosina). Io sarò stana, ma non metto le mie foto su nessun social, faccio foto.. come tutti in famiglia con gli amici ma le stampo non le pubblico (Non ho mai visto l’utilità di far sapere a tutti i fatti miei) e trovo veramente ridicoli quelli che spongono quella strana posa a culo di gallina o a becco d’oca, non ho mai capito cosa simbolleggiasse, oragrazie a te o scoperto che é per ingrandire le labbra e niente sto ridendo da 15 minuti.