Ferdinando Scianna, il fotoreporter della moda.
Oggi parliamo di fotografia e del suo tentativo di dare una forma al caos del mondo, raccontandolo ed interpretandolo. Parliamo di quando il reportage si sposa con la moda, di un grande fotografo, il primo italiano a far parte della prestigiosa agenzia fotografica internazionale Magnum Photos e infine di una mostra imperdibile a Venezia.
Da un pò volevo scrivere un articolo su Ferdinando Scianna perchè, sapete, sono una fervente sostenitrice del made in Italy. Non mi stancherò mai di ricordare quanto estro e personalità artistica abbiamo in casa, senza bisogno di andare chissà dove.
La persuasione è arrivata dopo aver sentito il maestro in questione ospite al festival Pordenonelegge. Domenica 22 settembre presso il Palazzo Montereale Mantica a Pordenone ho avuto il piacere di perdermi tra le sue parole e le sue fotografie all’incontro dal titolo Istanti di luoghi. Raccontare il paesaggio.
In quest’occasione ho compreso tangibilmente come lo stile unico di Scianna si accompagni a una persona molto affabile, simpatica, ma soprattutto intrinsecamente siciliana. La sua attenta costruzione dell’immagine in bianco e nero deriva da un’appartenenza drammaticamente forte, dai contrasti di luce e ombra propri della sua rovente e affascinante terra d’origine.
Il fotografo rivela che è la quotidianità, reale, fenomenologica, della costante ricerca del riparo dal sole, a generare un tale rapporto e dialogo con la luce.
‘Come Cartier-Bresson, nato sotto le nuvole della Normandia, diceva che la sua luce ideale era un giorno luminoso senza ombre, la mia luce ideale è quella per cui mia madre mi ordinava di mettermi un cappello che se no schiattavo per l’insolazione’.
La fotografia è un modo di osservare il mondo e di raccontarlo
Ferdinando Scianna è uno dei più noti fotografi al mondo. Nasce a Bagheria nel 1943 e la Sicilia è il suo intenso teatro dell’esistenza umana, raccontato con uno sguardo limpido e acuto. La sua fotografia è ricerca dell’identità che si risolve nel senso di appartenenza ad una tradizione. I gruppi sociali nei luoghi di ritrovo e le feste religiose stesse sono immortalati come sacre rappresentazioni ma anche come momenti reali e intensissimi.
Scianna ha vissuto a Milano e poi a Parigi, è fotoreporter e inviato speciale per L’Europeo in India e Bolivia. Eppure la memoria delle sue origini persiste in tutte le sue sue immagini.
‘Le mie foto, ovunque io le faccia, esprimono sempre la stessa drammaticità perchè sono stato segnato dall’irruenza della nostra luce, la porto sempre con me. Le mie immagini sono sempre in ombra, contrariamente a quelle dei fotografi nordici che catturano più luce possibile’.
Il racconto delle tradizioni siciliane, le feste e le processioni della religione con le sue contraddizioni descrivono un mondo misterioso ma pieno di calore umano. L’atmosfera è permeata da un’aura oscura, ma seducente.
Scianna e i maestri di una vita
Scianna comincia a fotografare negli anni ’60, mentre frequenta la facoltà di Lettere e Filosofia a Palermo. Questi studi, poi abbandonati, gli permettono comunque di acquisire un bagaglio culturale che risulta decisivo per la sua carriera di fotografo.
Come dicevo qualche articolo fa, i maestri, coloro che hanno la capacità di orientare una vita, hanno a loro volta dei maestri. Henri Cartier-Bresson, incontrato nel 1974, è in assoluto il suo più importante punto di riferimento come fotoreporter.
Ma già nel 1965 un incontro determinante per la sua vita professionale e personale è quello con Leonardo Sciascia:
Accompagna con le sue fotografie il saggio provocatorio di quest’ultimo, Feste Religiose in Sicilia, vincitore del prestigioso Premio Nadar e ne introietta la lezione:
‘La fotografia era la possibilitá del racconto di una vicenda umana. Questo il mio maestro mi fece capire, e mi introdusse ad una certa maniera di vedere le cose, di leggere, di pensare, di situarsi nei confronti del mondo’.
I reportage di moda
L’impegno di Scianna anche nella moda non è antitetico o incompatibile con la missione di reporter, anzi. Ogni esperienza lavorativa nell’ambito della fotografia, anche se, in un certo senso, tradisce l’arte e il metodo del proprio maestro, contribuisce ad un arricchimento professionale.
Meravigliosa è la campagna pubblicitaria per Dolce&Gabbana del 1987, una delle collaborazioni meglio riuscite nella fotografia di moda. Quest’ultima è portata fuori dallo studio, la location è, guarda caso, la Sicilia. La strepitosa modella olandese Marpessa è ritratta nei luoghi cari al fotoreporter, tra le anziane in grembiule e la vita vera della strada. In questo modo anche il reportage riflette su sè stesso e sul proprio dogma di verità.
Niente truccatori, niente parrucchieri. Solo stilisti, modella e fotografo. Il risultato è un servizio fotografico iconico indimenticabile. Commerciale, ma arcaico e sanguigno, che lancia nell’alta moda i giovani Stefano Dolce e Domenico Gabbana (qui tutto il servizio).
‘Non ho mai fotografato la moda ma una donna che indossa certi vestiti’
‘La moda non è un oggetto se tu lo inserisci nel mondo e verifichi che funzioni. Per questo le mie foto di moda sono anche reportage’.
I registri visivi del fashion sono mescolati magistralmente con l’esperienza del fotoreporter, creando un risultato originale che spezza la monotonia patinata della fotografia prettamente di moda. Il modo unico di Scianna di accostare lusso e realtà popolana gli attribuisce un preciso stile, quello dei reportage di moda.
‘Il mio immaginario nasce dal neorealismo documentaristico del reporter, quelle foto tra qualche anno racconteranno com’era la Sicilia della fine degli anni ’80‘.
I memorabili scatti in bianco e nero, gli angoli assolati, la bellissima decadenza di palazzi e strade, inseriscono Scianna tra i nomi internazionali di culto, accanto a Herb Ritts e Bruce Weber, interpellati per i grandi brand.
Collabora con prestigiose testate internazionali come Vogue America, sempre e parallelamente al fotogiornalismo e al reportage sociale.
Realizza altri servizi di moda, pubblicitá e fotografie commerciali in cui affianca con maestria artificio ed autenticitá.
Ed ecco l’occasione ghiotta: alcune immagini di moda che ha realizzato a Venezia, oltre a un’antologica a lui dedicata, sono ora visibili fino al 2 febbraio 2020 proprio a Venezia, alla Casa dei Tre Oci (già suggerita qualche articolo fa). Vi consiglio caldamente una visita alla mostra Ferdinando Scianna. Viaggio Racconto Memoria.
Qui è tangibile il concetto di Scianna come fotografo che ha la fortuna di poter costruire le immagini ricevendole:
‘Ho sempre fatto una distinzione netta tra le immagini trovate e quelle costruite. Ho sempre considerato di appartenere al versante dei fotografi che le immagini le trovano, quelle che raccontano e ti raccontano, come in uno specchio. Persino le fotografie di moda le ho sempre trovate nell’azzardo degli incontri con il mondo’.
(D. B.)
Non conoscevo questo fotografo e mi piacciono tantissimo queste foto in bianco e nero.
Devo nettamente dire che non conosco questo fotoreporter Ma le sue foto fanno capire molto poi il bianco e nero rende sempre molto di più e da a ogni foto quel qualcosa in più
Sai non conoscevo questo fotografo. Le foto in bianco e nero poi sono le mie preferite, non so perché ma le preferisco a quelle a colori
Grazie al tuo blog, riesco ad ampliare le mie prospettive sotto molti punti di vita. Non conoscevo questo fotografo, ma il suo lavoro mi ha incantato.
Gli scatti in bianco e nero rimangono sempre i miei preferiti, hanno quell’eleganza dei tempi andati misti con la modernità che mette in risalto qualunque cosa, con uno scatto così puoi comunicare molto di più che con una a colori e tutta filtri, l’ho sempre sostenuto le foto in bianco e nero come nei disegni a matita si può notare la vera vena di chi c’è dietro dell’anima dietro alla foto, sia del soggetto ma soprattutto del fotografo, ottimo articolo.