Torno a parlare di Crema. Ve l’avevo promesso. Vi aggiorno sull’evento che ha tenuto banco qui nelle ultime settimane: la mostra Somewhere in northern Italy.
Sono arrivata al 25 gennaio emozionata e trafelata da mille impegni (non so, non riesco a fermarmi ultimamente, ho un sacco di interessi e cose da fare). Ma un bel vestito sono riuscita a metterlo in valigia!
Perchè 25 gennaio e non 26? Perchè venerdì, il giorno prima di andare all’inaugurazione della mostra a Crema, sono andata a Sirmione per vedere due location del film in questione, Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino, che mancavano all’appello. Ma di questo parlerò più tardi.
Adiamo con ordine, serve un riassunto. Il film è del 2017. Le riprese si sono svolte quasi completamente a Crema tra maggio e giugno del 2016. Ad un anno dall’uscita in Italia, il 25 gennaio 2018, la città, che ha ospitato le riprese di quello che poi è diventato un vero e proprio straordinario fenomeno di cineturismo, ha dedicatato un evento a tutti i turisti che nel 2018 l’hanno visitata, fotografata e ammirata:
La dicitura ‘Da qualche parte nel Nord Italia‘, citazione nei titoli di testa del film, ha un nome: Crema
Si tratta dell’esposizione di una selezione di foto scattate sui luoghi del film, culto per la critica mondiale, dagli appassionati giunti a Crema da Cina, Corea, America ed Europa. Sono esposti anche oggetti di scena, illustrazioni e gadget. Il tutto è stato organizzato con entusiasmo e gratitudine nelle sale espositive dell’efficientissima Pro Loco della città, a cura del vice presidente Franco Bianchessi (al centro nella foto):
La mostra ha l’obiettivo di ringraziare e onorare tutti coloro che hanno visitato il centro di Crema, ma anche la campagna nei dintorni tra Crema e Lodi (Pandino e Crespiatica), regalandosi esperienze ed emozioni impossibili da ricostruire altrove.
E’ visitabile fino al 10 febbraio, affrettatevi! Qui la pagina FB della Pro Loco.
L’inaugurazione è stata per me l’occasione per ritrovare un senso di appartenenza ad un luogo caro e oramai leggendario e ad una moltitudine di adepti sentimentali che, come me, non sono più gli stessi dopo la visione di Chiamami col tuo nome. Un film può anche questo:
Dunque sono tornata a Crema. Ci ero già stata ad agosto e in pieno afflato poetico avevo inforcato una bici alla ricerca dei luoghi delle riprese del film. Stavolta, complici le ritrovate amiche torinesi, ricordate?, ho visto in città e dintorni alcune location che non avevo fatto in tempo a vedere l’altra volta. Come ad esempio la splendida villa dove vivono i protagonisti del film (Villa Albergoni a Moscazzano):
E la pista da ballo all’aperto con le prime lunghe contemplazioni del protagonista che sanno già di sofferenza (si tratta di un vecchio circolo Arci che vi sfido a trovare – Internet non vi aiuterà!):
Inutile cercare di esprimere l’emozione nel vedere coi miei occhi certi luoghi e immaginarci il set del film. Sono posti già di per sè suggestivi, in questo contesto ancor più carichi di pathos e rimandi.
Spettacolare bellezza paesaggistica e perle d’antichità: Sirmione
Il giorno prima invece, come vi dicevo, ero a Sirmione, ma aihmè mi è stato impossibile arrivare dove è stata girata la meravigliosa scena in cui un bronzo antico viene fatto emergere dall’acqua. Bellezza naturale e arte classica si fondono in questa scena con l’esaltazione dell’armonia del corpo umano grazie al ritrovamento della statua (alla spiaggia Giamaica sul lago di Garda):
Purtroppo, al momento, la spiaggia ha l’accesso pedonale chiuso. Ho rimediato facendomela indicare dal marinaio di una barca sulla quale ho fatto un giro turistico. (Ne approfitto per mostrarvi il mio outfit!)
Dalla barca ho visto anche il soprastante complesso archeologico che i protagonisti attraversano per arrivare alla spiaggia (le Grotte di Catullo):
In Chiamami col tuo nome la scoperta di reperti preziosi è coerente con la deliziosa penisola di Sirmione abitata già nell’età del Bronzo.
Da queste parti è stata girata una raffinata e greco-romana storia d’amore, un film sul desiderio: le statue degli antichi dei ‘ti implorano di desiderarli’.
E le Grotte di Catullo sono di altrettanto fascino. C’è una importante domus romana costruita tra il I e il II secolo d.C. e l’aura avvolgente del poeta latino Catullo, autore di versi d’amore per la sua città natale e per la bella Lesbia.
Allora, ‘E’ forse meglio parlare o morire?’ (Heptameron, Margherita di Navarra)
(D. B.)
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