Venezia 80 non ha deluso, c’era da scommetterci!
Malgrado l’assenza tanto citata di alcune star hollywoodiane, impegnate nello sciopero più compatto degli ultimi decenni e malgrado si temesse un’edizione sottotono lato fashion, anche stavolta il Festival del Cinema di Venezia ha dato invece tante soddisfazioni.
(Se poi ti vivi il lido come dio comanda, comodo comodo, in una delle soluzioni abitative Doge Beato Apartment a Malamocco, cosa puoi volere di più dalla vita?)
Prima che la mostra srotolasse il suo tappeto rosso, non poche erano le solite lamentele disfattiste condite di luoghi comuni tipici di chi i festival non li frequenta per quello che sono.
E’ vero che non si tratta solo di rassegne cinematografiche, ma anche di kermesse che attirano le attenzioni del pubblico (compreso il pubblico che al cinema non ci va), penso però di poter dire che, nel complesso, l’edizione appena terminata non sia stata per niente male.
Dal punto di vista prettamente filmico il livello è stato più che buono. Idem dal punto di vista del fascino delle personalità internazionali presenti.
Insomma, io mi accontento. Se il cinema piace davvero, pazienza se non c’erano Michael Fassbender (per The Killer) o Zendaya (per Challengers). C’erano David Fincher e Luca Guadagnino!
Ops! Sì, ancora Luca Guadagnino. E, sì, ancora lui, pur senza film.
Sì, nonostante il ritiro del suo film dalla programmazione del festival (come dicevo, previsto per l’apertura, ma compromesso dallo sciopero – nonché posticipato nelle sale fino ad aprile 2024), il nostro regista preferito è stato presentissimo (e anche premiatissimo) al lido.
Allora taac!, sgomberiamo subito l’argomento Guadagnino con questa bellissima foto di gruppo!
Venezia 80: fuori subito le polemiche
Tornando ai film presenti, diverso è stato sicuramente il caso di Bradley Cooper e il suo Maestro. Nel caso specifico di questa pellicola, la doppia assenza, come attore e come regista, si è fatta sentire indubbiamente.
Se, proprio in questi giorni, pare si sia raggiunto un accordo tra sceneggiatori e produttori, per gli attori ci vorrà ancora del tempo.
Ma la vera domanda è: perché il cinema italiano (ed europeo) non è in sciopero come quello americano? Qui non siamo mica messi tanto meglio!
Da mesi mi interrogo su questa differenza di intenti e finalmente ho trovato qualcuno che ne parla. Sono di questi giorni le dichiarazioni del regista e sceneggiatore Enrico Vanzina:
‘Credo che non sia proprio previsto dalla forma mentis del nostro Paese, al contrario dello sciopero delle maestranze sindacalmente organizzate.
Cinecittà è un pianeta completamente diverso da Hollywood e qui seguiamo quelle vicende come se assistessimo da spettatori a un film‘.
E vabbè.
Premettendo che adoro con tutto il cuore Matteo Garrone, butto subito anche l’altra questione per me spinosa, quella del Leone d’Argento a Io capitano.
Non voglio assolutamente aprire una discussione politica (anzi, pseudopolitica, perché semmai la riflessione sarebbe intorno alla retorica politico-mediatica prevalente), ma cosa ci dice di nuovo questa regia da essere stata premiata? Niente.
Il film è in sala dal 7 settembre e so che sta piacendo per via dell’argomento, tanto importante e critico, soprattutto in questo momento.
A mio modo di vedere invece, proprio in virtù del tema trattato, la scelta di aver omesso completamente dalla narrazione le nostre finte e ipocrite democrazie, i veri responsabili delle tragiche condizioni raccontate, è piuttosto debole, se non assurda, rispetto alla schiettezza di tutti i precedenti film di Garrone, compreso Dogman del 2018.
E vabbè.
Venezia 80: ora solo cose belle
A proposito di Dogman, da quest’anno ne adoro un altro, l’omonimo di Luc Besson.
La prima in Sala Grande mi ha devastata e la foto con Caleb Landry Jones non poteva essere più indegna di così, lo so, ma ci tengo tanto.
Dal 12 ottobre il film sarà distribuito nelle sale italiane. Vi prego, manca poco, andate al cinema, l’interpretazione di questo attore è pazzesca!
Anzi, pazzi in giuria a non premiarlo.
Rimaniamo in Francia con D’argent et de sang di Xavier Giannoli: lo sentite anche voi il testosterone gallico di Vincent Lindon?
(Già flashata dal dolente pompiere anabolizzato in Titane di Julia Ducournau del 2021, ora sono completamente conquistata).
Uno più bello dell’altro
Avanti coi belli. E non solo. Chi ho beccato, a fluttuare davanti all’Excelsior (proprio come nell’inebriante Un altro giro di Thomas Vinterberg del 2020)?
Mads Mikkelsen, a Venezia per Bastarden – The Promised Land di Nikolaj Arcel, era proprio su di giri. Una visione.
Ma il danese purosangue non è etereo e sfuggente come sembra. L’avete sentito in conferenza stampa asfaltare il giornalista che insisteva sulla mancanza di diversità nel cast del film, causa esclusione dalle nomination agli Oscar?
Finalmente un attore che se ne frega del cinema ideologico infarcito di insensate quote razziali!
Chissà cosa ne pensa al riguardo il mio critico cinematografico preferito Francesco Alò.
Anche lui è bellissimo e fortissimo, seguite il suo canale BadTaste.it!
Mi vanto di avere gusti simili ai suoi. Siamo d’accordo, ad esempio, sullo stupendo, tragico e atmosferico film di chiusura, lo spagnolo La società della neve di Juan Antonio Bayona.
Non importa se conosciamo già la fine di questa incredibile storia di sopravvivenza estrema (il disastro aereo del 1972), lo sviluppo e la tensione emotiva sono trascinanti. Gli effetti e la fattura sono perfetti e l’ambientazione, le Ande innevate, sono ipnotiche.
Spessore e mondanità sopra le aspettative
Anche in questo caso la presenza del cast in sala (compresi alcuni dei veri sopravvissuti) mi ha sfigurata per bene: alla fine tutti in lacrime.
Come se non bastasse, all’uscita, l’abbraccio commosso dello stilosissimo Simon Hempe, uno dei meravigliosi interpreti, mi ha liquefatta completamente (doppio mento compreso).
And Just Like That anche con Sebastiano Pigazzi (alzi la mano chi l’ha capita!), a Venezia 80 per il premio Next Generation (e la mia pappagorgia).
Ve lo ricordate Enrico a Chioggia, spensierato e sempre in mutande, in We Are Who We Are?
Sono sicura che Alò se lo ricorda. Ovvio, perché, naturalmente, non ci sfugge niente che riguardi il nostro conteso Luca Guadagnino (e, per ora, il mio palese svantaggio circa le rispettive attenzioni che quest’ultimo ci riserva non è scoraggiante).
Superfluo quindi scrivere chi c’è tra i produttori di Enea, il secondo lavoro da regista dell’intrigante Pietro Castellitto.
Purtroppo non ho visto il film al festival (e anche qui uno a zero per Alò), ma, se è stiloso come I predatori, è già nelle mie corde. Uscirà nei cinema il 25 gennaio. Fino ad allora mi godo il quadretto, la foto di famiglia con papà Sergio.
E bravo Cencio!
A proposito di Freaks out, ho ritrovato il geniale Gabriele Mainetti, quest’anno in veste di giurato.
(Chissà se vedremo il suo prossimo lavoro proprio al Festival l’anno prossimo – qui una breve intervista).
Favoloso anche il presidente di giuria internazionale, il Premio Oscar 2017 per La La Land, Damien Chazelle.
Durante la conferenza stampa di presentazione il giovane regista statunitense ha dimostrato con stile il suo sostegno alla lotta contro le visualizzazioni non remunerate dello streaming e l’Intelligenza Artificiale.
Venezia 80 omaggia la moda italiana
Dopo i giurati, anche i grandi brand della moda hanno avuto il loro complesso compito: quello di vestire al meglio le star.
Gli stilisti si sono alternati sul red carpet da veri protagonisti, al pari degli attori, come Pierpaolo Piccioli, il direttore creativo di Valentino.
Così la dolcissima e italianissima Alberta Ferretti, che ha curato in particolare tre outfit della madrina del Festival Caterina Murino.
Sono firmati Alberta Ferretti l’abito lungo, nero, di chiffon a balze del terzo giorno e l’abito lungo, verde smeraldo, a maniche lunghe, di raso del settimo giorno. Mentre è Philosophy by Lorenzo Serafini l’abito romantico, rosso passione, senza spalline dell’ottavo giorno.
In total look Gucci invece Fabio e Damiano D’Innocenzo, intercettati anche quest’anno. Adoro!
Lo sapete, ho un debole per i fratelloni D’Innocenzo e attendo con ansia il loro prossimo lavoro alla regia (probabile un western al femminile girato negli Stati Uniti, con, niente po’ po’ di meno che Paul Thomas Anderson).
Venezia 80: ultimissimo giro di belli
Impossibile non tifare anche per il Giuseppe Battiston di casa nostra.
All’evento Filming Italy Best Movie Award è stato premiato per la Miglior Sceneggiatura non originale del suo primo film da regista Io vivo altrove.
Interessante e carismatico anche l’attore palermitano Giuseppe Lo Piccolo, a Venezia 80 per il film Comandante di Edoardo De Angelis.
Fin qui poche donne direte.
Sì, poche, ma buone! Chiudo con la preziosa Laura Morante, a Venezia per Il Premio Kinéo come miglior attrice protagonista in Il Colibrì di Francesca Archibugi.
Sul red carpet è stata fantastica: ha sfilato con un ventaglio lanciando il messaggio ‘Free Assange’ per ricordare e sostenere la causa di liberazione del giornalista indipendente Julian Assange.
Vi saluto con le bellissime e puntualissime parole dell’attrice, da tempo membro de La mia voce per Assange, campagna internazionale che punta a salvare il fondatore di WikiLeaks:
‘Noi tutti ci illudiamo di essere liberi, ma fino a che non siamo correttamente informati, la libertà è pura illusione. Non esiste libertà, se non c’è informazione libera’.
‘Quando leggo il giornale, cerco di leggere tra le righe, perché non capisco più cosa davvero sta succedendo nel mondo, ho sempre l’impressione di venir manipolata’.
‘Non è solo il caso Assange, ma è la libertà di espressione ad essere in pericolo. Ormai viviamo immersi nella propaganda, persuasi di vivere in un’informazione libera, ma non è così. Lo abbiamo visto anche negli ultimi anni. La nostra democrazia è in pericolo’.
(D. B.)
Ho letto tutto d’un fiato il tuo articolo : mi sembrava di essere sul red carpet. Mi è piaciuto il modo in cui con savoir faire ti sei mossa tra visioni ed opinioni diverse sullo sciopero in America, il “non politically correct” del nostro amatissimo Mads e l’eleganza della Murino.
Maria Domenica
Grazie Maria Domenica, mi fa piacere
Mi interessa la tua opinione su “Io capitano”: non ho visto il film ma avevo proprio l’idea che fosse un film realizzato per cavalcare l’onda delle contestazioni del momento!
Beh, dai, nonostante le assenze hollywoodiane, c’è stato più spazio per i personaggi del cinema italiano e sembra sia stata un’ottima edizione anche questa!
Hai fatto la foto con Mads Mikkelsen e già ti invidio profondamente. Ma cosa più importane anche quest’anno il festival ci ha regalato dei titoli molto interessanti.
Caspita che emozione devi aver vissuto in questa Giornata così importante.
Hai davvero conosciuto molte star del cinema e mi hai fatto scoprire molti titoli che voglio vedere!
Adoro sempre i tuoi resoconti dettagliatissimi e poi ricchi di foto, vorrei essere stata lì con te!
Ciao sicuramente un bell’evento che però nel tempo ha perso il suo taglio caratteristico: premiare chi davvero era un talento cinematografico. Ora sembra più una passerella per VIP di vari categorie.
Un articolo fantastico con foto belle.. evento super direi!
Ciao un evento memorabile di sicuro con tante personalità che brillavano sotto le luci. Sei stata molto brava a descriverne l’anima
Immagino che non abbia deluso le aspettative anche quest’anno il Festival di Venezia, anche con qualche personalità straniera di meno, c’era più spazio per il cinema italiano!
È stato certamente un festival significativo e di successo.
Ciao leggo che molti non amano l’intelligenza artificiale anche in questo evento, concordo con loro