We Are Who We Are, Siamo chi siamo.
Già. Non possiamo allora non parlare dell’ultimo lavoro del regista più fashion (ormai lo sanno anche i sassi!), Luca Guadagnino.
Insomma, ve l’avevo promesso, no? Ed eccoci. Dal 9 ottobre 2020 su SKY e Now TV possiamo gustarci la strepitosa serie televisiva We Are Who We Are. Ora, dopo averla letteralmente mangiata con gli occhi più e più volte, vi snocciolo qualche chicca stilosa.
Intanto, onore al Veneto, gli 8 episodi (escluso l’ultimo a Bologna) sono interamente girati tra le province di Padova, Venezia e Vicenza. Le location sono esattamente l’ex-base missilistica dell’Aeronautica Militare italiana e della NATO di Bagnoli di Sopra, la città di Chioggia, la spiaggia di Sottomarina e l’Altopiano di Asiago.
I protagonisti si muovono tra gli interni iper regolati (il microcosmo di vita militare americana perfettamente ricostruita) e gli esterni ibridi di terra emersa e acqua (la natura vivissima della laguna veneziana).
Lusinghiere le parole di Guadagnino:
‘Nonostante i numerosi effetti speciali utilizzati, qualcosa è rimasto autentico: il cielo veneto, simbolo della forza di questa regione a est che trovo affascinante. Praticamente il Veneto è un’isola’.
La moda fluida in We Are Who We Are
Torniamo al significato del titolo: We Are Who We Are parla di crescita e formazione, di libertà senza categorizzazioni e dualismi, per essere chi si è veramente superando la concezione binaria dell’identità sessuale.
I luoghi, fatti di contrasti tra disciplina e trasgressione, regole e libertà, non sono gli unici veicoli per la ricerca della propria identità. Anche i look dei personaggi della serie sono da interpretare come tentativi di affermazione di spazio di autonomia: non sono uno status, ma una ricerca interiore, per arrivare a definire se stessi. La moda qui esprime insomma in modo potente e liberatorio il tema del genderless.
La qualità del prodotto è altissima, anche dal punto di vista delle scelte stilistiche. Il lavoro ai costumi è ineccepibile (come già in Chiamami col tuo nome e Suspiria). La favolosa stylist Giulia Pierasanti sceglie capi che, in contrasto con le tute mimetiche e le rigide divise militari, rispecchiano una moda libera, fluida, senza taglia e senza età.
C’è molto sportswear, dettagli urban hip hop tipici della cultura americana, vintage e couture. Non svelo nulla della trama, ma qualche brand sì. Ci sono molti capi Adidas e Carhartt WIP, ma anche designer ricercati come Celine, Bernhard Willhelm e Henrik Vibskov.
Certi outfit di We Are Who We Are dettano subito trend riuscendo a esercitare un’influenza paragonabile ad una sfilata o una collezione moda.
Faccio giusto un accenno veloce alle cose più interessanti viste alle ultime Settimane della Moda di gennaio, per agganciarmi ai costumi della serie, una vera e propria passerella, non solo con look indimenticabili, ma anche di tendenza.
We Are Who We Are e Fashion Week Uomo
Alla Milano Moda Uomo (dal 15 al 19 gennaio) mi sono piaciute molto le proposte di Prada in co-direzione con Raf Simons:
L’apporto di Simons alla collezione è lo stesso che ritroviamo in We Are Who We Are. I capi sono ultra sensoriali: tutto è accattivante, dalle texture, ai tessuti, alle palette di colori. La ricerca è epidermica, il designer dichiara infatti:
‘Le sensazioni tattili sono state il cuore del progetto e ci hanno riportati alla fisicità, al tangibile e al reale. La collezione è fisica, gli abiti avvolgono il corpo e invitano ad essere toccati, un gesto che ha un profondo potere evocativo in un momento in cui tutto è così digitale ed effimero’.
Lo stile narrativo di Guadagnino è ugualmente seducente e contemplativo, non solo nell’accezione di evidenza data ai corpi e risveglio dei sensi, ma anche attraverso i capi di abbigliamento scelti. I look messy-chic, soprattutto del protagonista Fraser, un potente Jack Dylan Grazer (che dà filo da torcere al mio amore incondizionato per Timothée Chalamet), esprimono sia un senso di protezione, attraverso forme generose, che di esposizione, attraverso capi originali e dai colori inediti. I pezzi street style sono mixati a pezzi più minimal, classici e concettuali.
Una goduria fashion, infatti ci si chiede continuamente, ad esempio: ‘Scusate, ma questo maglione verde fighissimo da dove salta fuori’? E’ proprio un Raf Simons (PE 2018):
Idem la t-shirt (PE 2013) che vale subito a Fraser il soprannome di Maglietta, abbinata a dei favolosi bermuda leopardati, già cult, di Yohji Yamamoto per Adidas:
Tendenze da copiare per un guardaroba attento e contemporaneo
Tra gli outfit memorabili c’è anche un altro stilista giapponese super cool e attento alla contemporaneità e al dialogo con l’Occidente e lo sportswear: Comme des Garçons. L’abbiamo visto a Tokyo, in parallelo alla Paris Fashion Week (dal 19 al 24 gennaio), con il suo stile unico, sartoriale, destrutturato, informale e in co-lab con Nike per la nuova sneaker Foamposite:
Impossibile non notare e desiderare subito questa stupenda giacca Comme des Garçons Homme Plus (PE 2006) sapientemente portata su un outfit sporty-couture, rilassato ma ricercato:
Così come è impossibile non andare subito a cercare (ragazzi, online c’è già tutto, perfino una pagina IG dedicata) questo bomber over size (sopra una camicia ancora Comme des Garçons Homme Plus, AI 2019) per scoprire che è del brand esclusivo e concettuale Vetemets (PE 2018):
Ma certo, Vetements è perfetto per incarnare un certo modo di sentire la vita e di comunicare la propria individualità. Anche quest’anno a Parigi il brand francese si è distinto con una collezione fortemente critica, ribelle e anticonvenzionale:
Fraser, adorabile isterico stiloso
Eh già, la credibilità dei personaggi si afferma anche nell’eclettismo e nell’irriverenza che si esprime attraverso il modo di vestire.
Insomma, c’è da impazzire! Per me questa serie ha tutto quello che cerco. E l’avete già capito, Fraser è il mio nuovo idolo, nonchè alter ego del regista. Come non amarlo? Fraser è complesso, un saliscendi di emozioni contrastanti. E’ selvaggio e dinoccolato, un outsider dall’animo fragile, amante della poesia e della moda. Non è banalmente il tipico modaiolo newyorkese, ma utilizza la moda come mezzo di espressione personale, veste capi da uomo e da donna, con gusto, nonchalance e ironia.
Per concludere, secondo me anche qui Guadagnino ha fatto un ottimo lavoro di immersione totale, sensibilità ed empatia. We Are Who We Are è perfetto, curioso e ammaliante. Le immagini di corpi e psicologie fluttuanti e in mutamento sono sognanti, ma nitidissime.
E la colonna sonora è pazzesca! Ipnotica, dolce e spiazzante. Una vera dichiarazione d’amore alla musica. Dove la trovate Emilia paranoica dei CCCP, A lei di Anna Oxa o Wasting My Time di Klaus Nomi?
Vi saluto con questo incantevole video sul brano Time will tel di Blood Orange:
(D. B.)
Ho notato molto il gender fluid presente nella serie, ma devo ammettere che non mi piace per nulla “^^ (my fault) detto questo ha una libertà di genere che indubbiamente può affascinare e far riflettere con il suo glam no binary… ma fatico, ammetto, a rispecchiarmici motivo per cui la serie non mi ha preso “^^
Questa serie ci fa pensare in molti aspetti, fluid gender, nuova liquida contemporaneità…Bellissimo il fatto di approcciare l’argomento di modo delicato e sensibile.
Comunque una chicca sapere quali sono i brand dietro questi meravigliosi capi!
Non ho visto la serie, ma apprezzo tanto il tema del no gender, in qualsiasi ambito. Credo che anche nella moda sia importante divulgarlo! Piano piano, stiamo facendo dei passi avanti molto importanti
Una serie che indubbiamente detta stile e che porta con sé un messaggio forte e rivoluzionario (perché ancora c’è molta strada da fare) di genderless. Mi piace più da guardare però che da imitare, non sento questo stile molto mio e non mi ci troverei.
Non conoscevo la serie ma sono incuriosita dal mix tra l’ argomento che ha bisogno di casse di risonanza importanti per essere finalmente sdoganato e la moda dei giovani, che peraltro ho sempre capito poco anche quando la giovane ero io.
Devo ammettere che non conosco questa serie ma devo assolutamente abbonarmi a Netflix per poterla vedere e conoscere meglio l’argomento che hai esposto così Chiaro nel tuo articolo
Ciao Lucia, la trovi su SKY e NowTV Entertainment. Buona visione!
Sono probabilmente l’unica a non aver mai sentito parlare di questa serie. Sicuramente è una delle classiche storie sulla scoperta di sé dove si punta più alla fotografia della serie che al vero sunto. Ma qui si parla di moda, e il genere genderless prende piede sempre di più e sinceramente lo apprezzo parecchio.
Ciao, ti consiglio veramente di guardarla. Potrebbe non piacerti, ma non perché è la classica storia sulla scoperta di sé, d’altronde Guadagnino non è il classico regista. La fotografia è magistrale sì, un valore aggiunto.
Articolo che mi ha stregata, aggiungici che ho cominciato a studiare analisi dei linguaggi televisivi ed i processi di significazione che vengono dalle scelte di look e stilisti sono importantissime! Grazie veramente, mi salvo l’articolo e continuo a leggerti perché le tue analisi sono molto ricche di spunti!
Bene, grazie mille. Metti sulla lente Guadagnino e troverai un sacco di articoli sulla sua cura per la moda nei film.
Avevo letto tempo fa di questo lavoro di Guadagnino, restando colpita sia dalle tematiche trattate che dal modo in cui vengono mostrate. In particolare mi piace anche lo stile con cui ognuno dei personaggi viene presentato e rappresentato.
Maria Domenica
Ho un forte pregiudizio nei confronti di Guadagnino, non mi piacciono le storie che racconta e non mi piacciono come le racconta. Eppure sulla scia del successo di questa serie ho provato a guardarla. Abbandonata alla seconda puntata senza pentimento.
Non conoscevo questa serie, che per le tematiche che tratta mi ha incuriosito molto, la guarderò sicuramente e ti farò sapere cosa ne penso.
Grazie dell’interessantissima segnalazione. Innanzitutto perchè si tratta di un prodotto che valorizza l’Italia, ma anche perchè tocca temi come la ricerca interiore e la libertà del singolo.
Non conoscevo questa serie ma visto che ho SKY e stavo cercando qualcosa da guardare, lo farò perché mi hai incuriosita molto.
Ho sentito parlare di questa seria, ma non ancora l’ho vista apprezzo sempre molto il lavoro di questo regista, e sono sicura che anche qui avrà fatto un ottimo lavoro, trovo una grande idea quella di mischiare il fashion della telecamere con la moda, il giocare con un determinato stile, colori che fanno da sfondo ad una storia non convenzionale come non è convenzionale, lo stesso regista, perlomeno non è la solita serie, con i soliti giovani supericchi, ma qualcosa che ti spinge a riflettere.
Mi hai dato diversi spunti di tendenze,mi hai totalmente ipnotizzata con questo articolo sono ossessionata dai dettagli urban comunque
Ho sentito parlare della serie da mia figlia e non sembrava essere tanto interessante e davvero particolare così come invece l’hai descritta nei tuoi spunti ed analisi, ci faccio un pensierino!
Ho sentito parlare di questa serie, ma ancora non l’ho vista. Mi è piaciuto leggere tutti i Brand che ci sono dietro, la guarderò con occhio più attento.
Non conoscevo questa serie, però mi fa piacere averla scoperta mi ha incuriosito molto la tua opinione è il fatto che nella serie ci siano diverse tendenze, chissà se mi capita la guarderò di sicuro.
Avevo sentito parlare di questa serie TV, ma non ero completamente convinta di inserirla nel mio elenco interminabile di serie da vedere (nonostante io ami Guadagnino).
Il tuo articolo però mi ha messo una grande curiosità, penso proprio che sarà la prossima visione che farò.
Grazie 🙂
Beh, se ami Guadagnino non puoi assolutamente non guardarla. Later!
Non ho ancora visto questa serie, ma Guadagnino è bravissimo, poii luoghi sono davvero fantastici. Sono davvero curiosa..♥️
Non conoscevo questa serie, sono molto incuriosita sia per le location dove è girata (..hai detto Veneto e Bologna, per caso??) sia per i temi trattati e i personaggi che sembrano tutto tranne che banali.
La guarderò sicuramente, per quanto ho letto è piena di ingredienti molto interessanti!
Mi piace moltissimo lo stile fluido di Guadagnino mi toccherà abbonarmi a Netflix!
Manuela, su Netflix non c’è. È su SKY, ma se vuoi spendere meno fai ‘la prova’ del primo mese a 3€ con NowTV Entertainment, poi disattivi.
Fa riflettere sotto tanti punti di vista la serie. Penso che sicuramente la seguirò perchè mi ha ncuriosita parecchio !
Ecco io seppur veneta non sapevo di questa serie girata nella mia regione. Probabilmente perché tendo a guardare serie girante in Gran Bretagna data la nostalgia che sento e l’obbligata permanenza in Veneto. Mi stavo giusto lamentando che in Italia girano solo a Napoli ultimamente, bellissima per carità ma amo le location poco ordinarie e quindi guarderò certamente questa serie su Now TV.
Ciao Sabina, sì, il tuo cognome suona Veneto, ahah. Te la consiglio allora doppiamente, sia per ritrovare i nostri luoghi, che i nostri accenti nei personaggi ‘locali’, troppo forte!
Non è per le mie corde ma sembra comunque una serie ben fatta. Ne hai fatto una buona analisi.
Ho sentito parlare di Guadagnino in maniera contrastante. Non avevo però mai sentito questa serie di Netflix, sembra davvero particolare. Me la segno tra le serie tv da guardare in questo lungo, lunghissimo inverno…
Luca Guadagnino lascia sempre un segno con ogni suo lavoro. Infatti credo che con questa serie sia riuscito ad affrontare il tema “genderless” con attenzione e sensibilità oltre che con quel tocco che tende a sottolineare l’importanza della libertà.
Mayad
Mi è piaciuto fin dalla prima riga il tuo modo coinvolgente e ben articolato di scrivere.
Non ho ancora visto questa serie tv, ma sei stata così brava da stuzzicare la mia curiosità!
Complimenti per l’ottima analisi 🙂
Grazie, kiss
Non ho visto la serie ma sembra molto interessate! Ho adorato la tua analisi, amo le serie che fanno riflettere!
Purtroppo non avendo Sky devo attendere che venga proposta su di un’altra piattaforma però, nel frattempo, provo a cercare almeno la colonna sonora
La colonna sonora spacca!
Se vuoi fare solo una prova e spendere poco fai il primo mese di NowTV Entertainment a 3€, poi disdici.
Ciao non conosco la serie perchè non sono abbonata a quelle paytv, peccato sembra molto interessante
Come ti avevo annunciato ho cominciato la serie e non mi dispiace. Sto osservando anche la anche la fotografia e il vestiario, l’articolo mi aiutato moltissimo. Grazie!